Liberate i pesci
Sul palcoscenico il profilo di una sfinge, una tomba e lo spazio per una piramide. Lunetta è indaffaratissima ad organizzare il debutto di “Aida” nella piazza principale di Lecce. Il boss mafioso Michele Verrio, suo amante nonché mecenate della rappresentazione, pretende che la “prima” sia perfetta. La sua è una reputazione che non può permettersi ombre, soprattutto in un momento delicato come quello che sta vivendo: suo figlio Giovanni è tornato a sorpresa dall’America con fidanzata ed erede al seguito, e la sua unica intenzione è quella di dimenticare un nome scomodo e pericoloso. Malavitoso dalle pessime condizioni fisiche, Michele Verrio ha in ballo un grosso affare che vorrebbe portare a termine approfittando dello spettacolo tanto atteso. Attorno a lui una serie di personaggi fra loro inconciliabili eppure inscindibilmente legati: quelli della sua famiglia e della futura nuora. Figure esilaranti ed originali, con armadi pieni di scheletri impossibili, rapporti sentimentali iniziati e mai conclusi o conclusi in modo fallimentare.
Vite incrociate, strapazzate e rinnegate, strabordanti di passioni e di tinte forti, come quelle del sole e del mare del Sud. Così tra gli intrighi comici e grotteschi di “cosa nostra”, le indagini improvvisate di due dei protagonisti, le note strazianti di opere liriche che invadono i cieli pugliesi, l’Aida inaugura la stagione canora, anche se al posto della piramide si è potuto rimediare solo un trullo. Da Trani a Lecce, passando per la Sicilia dei colori e delle tradizioni, Cristina Comencini sceglie ancora il Meridione per il suo nuovo ritratto d’insieme. Non un secondo episodio, né un seguito, ma un’altra tappa di uno stesso itinerario geografico, folcloristico, storico ed umano. Matrimoni si incentrava sulla svolta interiore ed esistenziale di una donna legata ad una catena fatta di tante vite: Liberate i pesci è una storia di malaffare ricca di ironia e di spunti divertenti. Ma in comune le due commedie hanno la coralità , il perfetto equilibrio fra le parti che non si sovrappongono, ma si integrano, tutte con lo stesso peso e la stessa importanza. Anche Michele Verrio (Michele Placido) che è un po’ il fulcro dell’intera vicenda, non avrebbe ragione di esistere senza le gag gigionesche di Sergio ed Emilio (Paolantoni e Solfrizzi), le pozioni magico-erotiche di Lunetta (la bravissima Savino) e gli apporti sempre indovinati degli altri personaggi.
(fonte: Tempi Moderni, rivista di cinema on-line, del 1999)
CAST TECNICO ARTISTICO
Regia: Cristina Comencini
Sceneggiatura: Cristina Comencini, Enzo Monteleone, Gennaro Nunziante
Fotografia: Roberto Forza
Scenografia: Paola Comencini
Costumi: Antonella Berardi
Musica: Alessio Vlad e Stefano Arnaldi
(Italia, 1999)
Durata: 90′
Distribuzione: MEDUSA
PERSONAGGI E INTERPRETI
Mara: Laura Morante
Sergio: Francesco Paolantoni
Michele Verrio: Michele Placido
Emilio: Emilio Solfrizzi
Lunetta: Lunetta Savino
Moglie di Verrio: Angelica Ippolito
Giovanni: Marco Morandi
Sabina: Eleonora Sergio