Emilio Solfrizzi

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Enza

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Poo poo poo poo…

Ricordo quella sera, quando che morì mia moglie,
che mi lasciò da solo come la sposa di Ceglie
Ero io col brigadiere Saragot e il mio dolore
lei si fece bianca bianca come un “frabbicatore”
Il dottore disse:”presto, questo è un caso disperato”
ma poi aggiunse:”E’ proprio morta e se lo prende in faccia al naso”
perché era morta… era morta Enza.

Enza  che cosa hai fatto  Enza perché sei morta  Enza sei fredda fredda
Enza su dammi adenza… Enza !    (Vincenza, per fare prima Enza)

Poi tutti quei parenti giunti per i funerali
svaligiarono le casse che c’avevo di Peroni
Se l’è chiamata Cristo disse triste quel tuo zio
che se tocca un’altra birra adesso a lui lo chiamo io
Il prete chiese a Dio di ospitarti nei suoi cieli
visto che quand’eri in vita non ti volevano i cani a te, Enza!

Enza  che cosa hai fatto  Enza perché sei morta  Enza sei fredda fredda
Enza su dammi adenza… Enza!

Poo poo poo poo…

Arrivasti al cimitero  dove le vite son segnate
quella sala mortuaria menava vambate di cime d’ rape
Il becchino diede al volo quattro colpi con la pala
ti mettemmo sotto terra perché eri una cozzala
Poi tua madre quell’ebrea disse:”Mò vengo, un attimino”
e andò a frecare i fiori da quel morto tuo vicino
E rimasi con te solo  cercai un verso con la rima
“Io sto molto meglio mò di com’è che stavo prima ,Enza. Enza!”

Enza  che cosa hai fatto  Enza perché sei morta  Enza sei fredda fredda
Enza su dammi adenza.. (4 volte)

Sigla de “Il Polpo” (1994)
Testo G. Nunziante, Musica G. Ciardo, Voce G. Ciardo

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